Un milione di motivi per andare

Succede anche alle migliori, succede pure a Lady Gaga, non capisco perché non dovrebbe succedere anche ai comuni mortali.

Di che cosa stiamo parlando?

Di trovarti una sera come tante, ad ascoltare con il repeat i Dire Straits e a chiederti cosa non stia funzionando.

E a chiederti perché, nonostante il cielo sia azzurro, tu sia in ferie e la tua vita sia meravigliosa, tu abbia quella sgradevole sensazione addosso.

Certo, quello che succede a Lady Gaga non è sempre rilevante a fini statistici, come potete osservare dalla foto sotto

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Ma è anche vero che fino a poco tempo fa la nostra Lady si accompagnava a questo pezzo d’uomo, prima di dirgli #ciaone, quindi qualcosa più di noi l’avrà sicuramente capito. Sentite cosa dice nella sua canzone Million Reasons e poi capirete di che parlo. In sostanza parla dei milioni di ragioni che lui le ha dato per andarsene, nonostante lei cercasse anche un solo buon motivo per rimanere.

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Poi Lady Gaga vedi tu, io non ho trovato tutti questi motivi per andarmene, se vuoi con lui resto io, no problem!

Dicevamo, succede a tutte no?

Anni, anni e anni a dichiararsi immuni a qualsiasi tipo di sentimento che non sia rivolto al gelato alla vaniglia, ai cani o alla pizza. Anni, anni e ad anni di lotte per la parità, anni e anni al grido di no ma io sono diversa, no ma a me credimi non succede, no ma va ma io gli uomini me li mangio, ma che me ne frega– e poi ti piove dal cielo qualcuno.

Eh già. Perché il diavolo mica viene da te con le corna e la faccia rossa. Lui si presenta da te travestito da quello che hai sempre desiderato.

O forse da quello che hai sempre creduto di desiderare, prima di renderti conto che da qualche parte nella tua testa devi aver fatto un po’ di confusione tra quello che credi di volere, quello che credi di meritare, e quello che vuoi davvero, e, soprattutto, che meriti davvero.

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Sono un pirata, sono un signore. Not today Satan, not today. Forse Julio è più credibile di Lady Gaga.

Poco conta come sia quel qualcuno che ti è piovuto dal cielo. Un attimo prima eri la persona più decisa e coraggiosa del mondo, un attimo dopo sei così.

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Un attimo prima non ti passava neanche per l’anticamera del cervello di perdere anche solo cinque minuti del tuo tempo ad aspettare il messaggio di qualcuno, adesso sei arrivata a volerti bere il suo profumo. Un roba commercialissima che arriva da Sephora, oltretutto, dopo anni passati a scovare profumi di nicchia dai nomi impronunziabili in giro per il mondo.

Un attimo prima tutta presa dalla tua vita, poi non sai come ti svegli una mattina nel suo letto, dopo aver dormito un’ora e mezza, pensando pure che mentre dorme pare ancora più bello. E, diciamo la verità, nessuno è bello mentre dorme. E tu sei lì, che da una parte pensi che ci vorresti rimanere per tutta la vita in quel letto, che vorresti inchiodare delle assi alla porta di casa per stare per sempre così. Dall’altra parte senti una vocina dentro di te che dice:

E’ la persona migliore del mondo tranne quando non lo è.

E senti già le tue amiche che ti dicono:

Lui non è mai la persona migliore del mondo.

Tu che dici: lui mi capisce.

E le tue fidatissime amiche: bella, bionda e dici sempre sì. Ti capirebbe anche un uomo primitivo.

Tu ribatti: lui mi fa ridere.

Che scassapalle queste amiche eh: se aprissi gli occhi e iniziassi a ragionare, capiresti che non c’è proprio niente da ridere.

No, ma loro non capiscono. Replichi: lui è troppo figo.

Eccole che iniziano a sfregarsi le mani: Sì? Definisci figo. Dai, raccontaci quanto.

E a quel punto tu non sai che dire, e giungi alla conclusione che forse si dovrebbero fare un po’ di più gli affari loro. Che ormai siamo tutte adulte, che ognuna ha la propria vita, che ognuna è libera di fare quello che vuole della propria vita, che siamo donne responsabili, emancipate e bla bla bla. E per qualche motivo non sei in grado di fermarti a ragionare un minuto- tu che di norma in un minuto sbrogli degli intrighi internazionali, cucini una sacher e racconti la trama di Grey’s Anatomy a qualcuno che non l’ha mai visto- non sei capace di ragionare per quel minuto e per capire che le tue amiche hanno solo ragione. E che farebbero molto volentieri a meno di spiegarti per la tredicesima volta di fila, di notte, dopo un pacchetto di sigarette e cinque o sei caffè, perché non stai andando da nessuna parte.

E’ una storia vecchia come il mondo, e le tue amiche sanno benissimo come ti senti, perché ce l’hai scritto in fronte come ti senti: male.

Perché già conoscono il soggetto in questione e tutte le variazioni sul tema, ci siamo passate tutte almeno una volta. E’ fidanzato ma la lascerà, è fidanzato ma non la lascerà, è sposato ma non fa sesso con sua moglie da anni, è single ma è molto preso dal lavoro, è in un momento della sua vita in cui non sa cosa vuole, sta passando un momento un po’ stressante, è uno sportivo e non ha molto tempo da dedicare alle relazioni, ha solo un carattere strano, credo sia timido, è solo spaventato, siamo troppo amici, è un solitario per natura, ha un rapporto complicato con la madre, forse se continuiamo a fare sesso si innamorerà di me prima o poi. Ha questa storia con una, ma a lui non frega nulla, sta solo cercando il momento buono per dirle che è finita. Litiga in continuazione con me ma solo perché mi ama davvero. Mi ha tradito perché era ubriaco. Lui è stato chiaro, ci stiamo solo divertendo.

Già.

Strano caso, questo, in cui siamo tutte innamorate dello stesso uomo. Sono mille persone diverse, ma, incredibilmente, devono aver studiato tutti dalla stessa parte, e sanno fare una cosa sola: concederti un piccolo angolo della propria vita, a cui tu sei bravissima ad attaccarti disperatamente, e a vederci il mondo dentro, quando in realtà, in proporzione, si tratta solo di una capocchia di spillo. Il genere di uomo che sa approfittare del tuo momento di debolezza quando sei davvero presa, e fa di te esattamente ciò che vuole e quando vuole.

Non sono da biasimare, non del tutto. Loro lo fanno, noi glielo permettiamo. Vale la regola che non è che perché una va in giro con il viso scoperto allora è una buona idea prenderla a schiaffi, ma la soglia del buonsenso, come ho sperimentato, non è sempre molto alta negli uomini. Uomini che hanno fatto del passare la patata bollente della scomoda decisione io sono così, scegli tu se ti va bene o no uno sport olimpico. Uomini che sono consapevoli di trovarsi davanti qualcuno che in quel momento, causa infatuazione, non sarebbe in grado nemmeno di scegliere se ordinare una pizza margherita o quattro stagioni.

Il problema è che soggetti del genere non girano con addosso una segnaletica luminosa. Qualcosa del tipo: sono una testa di cazzo GUAIO scritto a caratteri luminosi in fronte.

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Comunque pare che per il 2018 stiano brevettando un rilevatore per casi del genere.

No No. Ti si presentano, come nella miglior tradizione satanesca, travestiti da quello che hai sempre voluto. Un bel sorriso. Una simpatia contagiosa. Un modo di fare brillante. Dei modi irresistibili. Delle mani sempre messe avanti, e mille buone giustificazioni preventive per comportamenti osceni che stanno per mettere in atto. Quando poi te ne accorgi, spesso è troppo tardi. Forse perché arrivano quando hai la guardia abbassata. Forse perché vanno a prendere quell’unico punto debole dentro di te che hai nascosto così bene. Forse perchè attiriamo addosso quello che crediamo di meritare, e spesso crediamo di meritare poco, pochissimo.

Ora, io non so perché, ma ne ho viste davvero tante di donne così, e non sarei qui a scrivere se non fosse successo anche a me. Mille volte mi sono chiesta, guardando me stessa, ma soprattutto guardando le tante, incredibili, fantastiche, strabilianti donne che conosco, cosa ci spinga a comportarci così. A tuffarci di testa in qualcosa che è evidente essere una disgrazia già dal minuto uno. Già dai primi comportamenti poco chiari, dall’evidente assenza di disponibilità emotiva, dall’evidente mancanza di voglia di impegnarsi anche solo per conoscerti davvero. Per sapere ad esempio che sei mancina, che la scritta che hai tatuata addosso è una citazione del Satyricon di Petronio fatta dopo il peggior momento della tua vita, che non mangi sushi e che adori Edith Piaf anche se in fin dei conti le sue canzoni non piacciono a nessuno. Per sapere che adori il Natale, anche se è infantile, e ti conoscono così poco da dimenticarsi pure di farti gli auguri. Per sapere che il caffè lo bevi americano di mattina e espresso durante il giorno, e che una volta ti sei iscritta ad un corso di arrampicata ma non era roba per te.

Torno a ripetere, il problema non è tanto che qualcuno là fuori si comporti così con noi. Il problema è che per qualche motivo arriva per tutte quello a cui permettiamo di farlo, nel peggiore e più doloroso dei modi. Quello che ti fa credere di meritare così poco da farti iniziare a dubitare pure di te stessa. Quello che ti dà così poco da farti credere che quel poco ti deve bastare. Quello che ti dà un milione di motivi per scappare lontano già alle prime, evidenti avvisaglie, e invece tu resti e continui a scavare a fondo, nonostante quel famoso, unico buon motivo per restare non esista.

Questo poi si riflette in tutto il resto della nostra vita: se questi sono i messaggi che diamo all’universo, questo è quello che l’universo ci darà indietro. Questo circolo vizioso di negazione del proprio valore personale si estende a macchia d’olio, con degli effetti disastrosi già visibili da subito. Se ci abituiamo ad accontentarci, impareremo a farlo su tutti i fronti. Dopo una vita di battaglie per alzare gli standard, dopo una vita a sgomitare cercando di fare il meglio che possiamo per noi stesse, ecco i nostri ideali che svaniscono come neve al sole per qualcuno che non ha nessuna intenzione di far parte davvero della nostra vita.

Attenzione alle trappole mentali: sono trappole, sono mentali. La cattiva notizia è che le creiamo noi, quindi funzionano benissimo. La buona notizia è che le creiamo noi, e quindi siamo anche in grado di smontarle. Sì, è vero che ci siamo cacciate in una fossa di sabbie mobili, ma è anche vero che siamo arrivate lì con le nostre braccia, e che siamo in grado di usarle anche per fare il percorso inverso ed uscirne. Io e te siamo amici vuol dire esattamente io e te siamo amici, non vuol dire forse prima o poi se te ne stai buona in un angolo mi innamorerò di te. E questa solo per citarne una, una delle più classiche. Sono sicura che siamo tutte bravissime e molto creative nel disseminare tagliole lungo il percorso. E’ ora di andare a recuperarle tutte e fare in modo che siano innocue.

E’ ora di elencare, come ha fatto Lady Gaga, il milione di motivi per lasciare lo show, perché di buoni motivi per rimanere invischiate in relazioni del genere proprio non ce ne sono.

Là fuori c’è un mondo che aspetta, e ci sono milioni di buoni motivi da ricordare per innamorarci di noi stesse.

Le relazioni sbagliate possono avere dinamiche infinite, ma hanno una sola grande costante: sono basate sulla paura. Paura di non essere in gradi di sentirsi ancora così. Paura di non essere abbastanza e di doversi accontentare di questo. Paura di aver paura. Paura di pentirsi di aver detto addio. Che sia un fidanzamento che va avanti da anni, che sia un matrimonio sbagliato, che sia una frequentazione dolorosa, non esiste nemmeno mezzo motivo per portarle avanti. Ma neanche mezzo.

La paura è una fregnaccia. Se ce l’ha fatta Lady Gaga nonostante vada in giro coperta di rane e di carne bovina, credetemi, ce la possiamo fare anche noi a bruciare i ponti dietro di noi, serviranno solo per illuminarci vie più giuste e più nuove.

Ascoltiamole, le nostre amiche. Sono le stesse persone che ci sopportano quando siamo in sindrome premestruale, almeno questo glielo dobbiamo. Affidiamo il nostro cuore a mani più sicure delle nostre, quando non siamo in grado di scegliere.

Poi, Lady Gaga, se vuoi donare alla comunità il tuo ex marito, fai pure.

Noi non ci offendiamo.

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